La città
di Colombo

L’insediamento che diede origine alla città di Colombo iniziò a popolarsi nel 1878, quando un gruppo di immigrati guidati da Padre Angelo Cavalli, parroco di Oliero, in provincia di Vicenza, arrivò in una zona vicina a Curitiba, nello Stato del Paranà, nel sud del Brasile. Costoro, originari dei comuni che attualmente fanno parte del comune di Valbrenta (Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta e Cismon del Grappa) e di altri comuni della Valle del Brenta, Romano d’Ezzelino, Lusiana Conco, Nove, Marostica e Bassano del Grappa, fondarono la Colonia Alfredo Chaves che, nel 1890, insieme ad altre colonie vicine, divenne un unico comune a cui venne dato il nome di Colombo.

Fino agli inizi del 1900, continuarono ad arrivare altri vicentini, ma anche trevisani, bellunesi, padovani, veneziani, friulani, nonché trentini e lombardi e persino appartenenti ad altre etnie, soprattutto polacchi. Tutti insieme, inclusi i brasiliani locali, lavorarono sodo, tanto che la colonia divenne prospera e si distinse per l’abbondante produzione agricola, il commercio e la presenza di scuole e chiese.

Tutti impararono a mangiare polenta, formaggio, salame, risotto con pollo e ventriglio, taglierini, crostoli, frittata con uovo e spezie e tante altre bontà che vengono preparate ancora oggi. Si cominciò a giocare a bocce, a morra, a tressette, a baeneto, a briscola, a scopa…e a celebrare il culto di Nostra Signora del Rosario, San Rocco, Santo Antonio Abate, San Nazario e San Bovo. Sono tutte queste tradizioni che oggigiorno mantengono vive le radici venete a Colombo. 

Anche la lingua fa parte di queste tradizioni. Tuttavia, durante la Seconda Guerra Mondiale, con la Campagna di Nazionalizzazione, alla popolazione di origine italiana venne proibito di parlare il suo dialetto sul territorio brasiliano. Perciò, per paura e vergogna, molte famiglie smisero di trasmettere quest’eredità culturale ai figli. La rinuncia provocò il ‘silenziamento’ della storia di questi discendenti. Ciononostante, alcuni resistettero e continuarono a mantenere le loro parlate, anche di nascosto, soprattutto nelle regioni rurali e nella ristretta cerchia dell’ambiente familiare.

Grazie all’impegno e al lavoro di due Associazioni, l’Italiana Padre Alberto Casavecchia e la Veneti nel Mondo-Colombo, a partire dagli anni 2000, si sono concretizzate molte iniziative in favore del Talian, che hanno dato origine ad un movimento inverso e, quindi, ad una rivitalizzazione di questa lingua di eredità: ad esempio, sono stati organizzati  fiò, cioè incontri con i parlanti, messe in Talian, spettacoli musicali, giochi di morra, rappresentazioni teatrali, interviste, reportages giornalistici e televisivi, corsi di Talian, telegiornali, libri, video e post sulle reti sociali.

Dal 2018, il Centro di Studi Veneti del Paranà ha fatto in modo che l’università si avvicinasse alla comunità, contribuendo così a questo processo di salvaguardia. 

Grazia all’importanza storica della lingua e delle tradizioni ereditate dai pionieri immigranti veneti, il 5 novembre del 2021, Colombo ha ricevuto il titolo di Capitale del Talian nel Paranà. 

La città ha un territorio di 197,8 km² ed una popolazione di circa 250 mila abitanti, 15 mila dei quali sono discendenti di italiani e risiedono nelle zone di colonizzazione veneta della città. È per questo motivo che Colombo è considerata la maggiore colonia italiana dello Stato del Paranà.